ROMA, 30 giugno – Mauro Matias Zarate, classe 1987. Da Haedo, provincia di Buenos Aires. È il 27esimo argentino della storia biancoceleste. Ha il gol nel sangue perché viene da una famiglia di calciatori. Dal nonno al padre, passando per i fratelli più grandi tutti hanno fatto del pallone la loro missione di vita. La dinastia Zarate si sviluppa lungo un albero genealogico.
L’INTERVISTA
Mauro Zarate, benvenuto nel campionato italiano, benvenuto alla Lazio .
«Grazie… ma per festeggiare aspettiamo che sia tutto definito».
Da quando ha capito che poteva diventare un giocatore biancoceleste?
«Concretamente, da una settimana. E soprattutto da quando nei giorni scorsi mio fratello Sergio è partito per Roma per vedere di trovare l’accordo».
Conosce il calcio italiano?
«Lo conosco molto bene, direi. Ho seguito tutto, nell’ultimo anno. Italia, Spagna, Inghilterra: è qui che si gioca il miglior calcio. E so bene che la Lazio ha una grande tradizione di giocatori argentini: tutti hanno detto di essersi trovati molto bene. Non ho avuto dubbi, in tal senso».
Arriverà a Roma con Carrizo?
«Sì, dovremmo partire insieme, attorno al 7 luglio. Del viaggio si sta occupando mio fratello che è a Roma».
Che cosa promette ai tifosi della Lazio?
«Di aiutare la squadra ad arrivare in alto, più in alto possibile. Quante reti? No, non posso far promesse. Ma l’importante è di essere aiuto ai compagni, chiunque segni va bene comunque».
Fonte, Corrieredellosport.it