Il pareggio stavolta non è un’uscita d’emergenza. Né per le squadre, né per gli allenatori. Quello di domani sarà un derby del coraggio. E sorprende che Delio Rossi non provi le tre punte. Contro una Roma spesso distratta in difesa, avremmo visto bene Pandev, Zarate e Rocchi. Un tridente rapido, velenoso.
Dall’altra parte sembrano in ribasso le quotazioni di Menez, il giocatore che più ha esaltato nelle ultime partite del 2008 e che poi è stato risucchiato dal labirinto-Trigoria. Non sta bene, dicono. E quando è riapparso, è sembrato altra cosa. Forse anche a causa degli incarichi ricevuti. Il talento, però, è come il sole: può finire dietro una nuvola, ma se c’è non sparisce. Bisogna crederci. Spalletti dovrebbe crederci. Crederci o mollare, senza mezze misure. Come questo derby che non lascia alternative. La Roma ha due squadre davanti e cinque punti di ritardo sulla prima. In caso di sconfitta sarebbe fuori.
La Lazio è già fuori dal grande giro. Può sbirciare nell’Europa di consolazione, nell’Uefa, ma ha bisogno del derby. Una sconfitta porterebbe con buona probabilità all’esonero di Rossi. Mentre Lotito minaccia un ritiro perenne e provvedimenti economici a danno dei giocatori. Insomma, chi perde timbra il fallimento.
Fonte: Leggo