SCANDALO ARBITRI – PARERE DELL’ESPERTO

MOGGI RISCHIA TRE ANNI DI STOP. E SE C’E’ L’ILLECITO ….

L’attuale scenario del calcio italiano genera interrogativi sulle indagini pendenti avanti ai vari tribunali della repubblica, con particolare riferimento alle conseguenze che le stesse avranno in sede giustiziale sportiva. Vediamo, però, nel dettaglio cosa rischiano dirigenti e società coinvolte.

Le norme. Le norme di rilievo sono, in primis, l’articolo 1 del Codice di giustizia sportiva, che impone a tutti i tesserati, l’osservanza delle norme federali nonché il rispetto dei principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva. Ulteriormente, l’articolo 6, intitolato illecito sportivo, punisce il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara, ovvero assicurare a chiunque un vantaggio in classifica. Esso può essere tentato, consumato o presunto. Va da sé che le due fattispecie in esame differiscono sostanzialmente tra loro, tanto sotto il profilo dell’elemento costitutivo, ma soprattutto, per quanto attiene alle conseguenze disciplinari.

Rischi per Moggi e Juve. Premesso ciò, affrontiamo ora le responsabilità configurabili a carico della Juventus e dei suoi massimi rappresentanti sulla base di quanto emerso dal procedimento penale presso la Procura di Torino, segnatamente il contenuto di una ponderosa mole di intercettazioni telefoniche. Allo stato, siamo in presenza di sufficienti riscontri affinché possa essere contestata la violazione di cui all’articolo 1, con previsioni sanzionatorie che oscillano da un minimo di sei mesi a un massimo di un anno di squalifica per le persone fisiche, oltre all’ammenda per il club. A carico di quest’ultimo, se chiamato a rispondere a titolo diretto per l’operato dei propri dirigenti, non si deve escludere a priori la penalizzazione di punti, ove la situazione dimostrasse reiterazione e recidività di comportamenti. Il criterio dell’afflittività determinerebbe, poi, il campionato in cui andrà scontata la pena.

Il filone napoletano. Quanto, invece, alle indagini condotte dalla Procura di Napoli, ove sembrano emergere fatti ancor più gravi di quelli ad oggi conosciuti, il quadro cambia radicalmente. In tal caso, si parla di plurimi illeciti sportivi, i tesserati rischiano da un minimo di 3 anni di inibizione sino alla radiazione. Per le società, se la responsabilità è diretta, ne deriva la retrocessione all’ultimo posto in classifica, o l’esclusione dal campionato di competenza, con assegnazione da parte del Consiglio federale a un torneo inferiore. In ipotesi di colpa oggettiva o presunta, si parte dalla penalizzazione di uno o più punti in classifica, sino ad arrivare alle medesime sanzioni appena individuate per la diretta. Se plurimi sono gli illeciti, ovvero se l’alterazione risulta consumata, le sanzioni sono aggravate, comprendendo queste anche la revoca dello scudetto.

Mattia Grassani
Avvocato esperto di diritto sportivo

Fonte: Gazzetta dello Sport – 9.5.06

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