20 gennaio 2008 – “Non mi interessa piu’ lavorare con la Lazio in queste condizioni, con una persona che ritiene che io non sono niente”. Lo ha dichiarato Angelo Peruzzi, ospite a “Controcampo ultimo minuto” confermando che il divorzio con la societa’ del presidente Lotito non e’ stato del tutto digerito. “Hanno problemi di portiere? Forse all’inizio volevano partire con Muslera dopo i problemi di tesseramento con Carrizo, ma l’allenatore non lo ha ritenuto pronto per affidargli la maglia da titolare. Ha giocato due-tre partite e non ha fatto bene ma e’ normale, un ragazzo che viene dall’Uruguay, dove il calcio e’ totalmente diverso, puo’ avere difficolta’ all’inizio. Se c’e’ mai stato un mio avvicinamento alla Lazio? Nessuno, neppure una telefonata. Proposte da dirigente? Neanche quella, non c’e’ stata alcuna trattativa, il discorso era stato avviato quando ero giocatore. Cosa faro’ da grande? Non lo so, volevo prendermi una stagione in tranquillita’, poi se ci sara’ l’occasione per lavorare nel mondo del calcio tanto meglio“. Peruzzi non torna indietro. Qualche tempo fa dopo il ritiro annunciato al termine della passata stagione si era parlato di un suo ritorno in campo. Il portiere esclude che possa piu’ verificarsi questa opportunita’: “Sono un ex a tutti gli effetti – dice Peruzzi – Non torno indietro, ormai non gioco da sette mesi. La squadra con cui ho maggiori ricordi? Alla Juve ho vinto tutto e sono particolarmente legato alla Coppa Intercontinentale“. Angelo Peruzzi difende l’estremo difensore del Milan Dida dopo i diversi errori e le critiche subite di recente. “E’ un grandissimo portiere. Una societa’ forte parte con un portiere e deve dargli fiducia – continua Peruzzi a Controcampo Ultimo minuto – Se il Milan dovesse cercare un nuovo portiere lo fara’ per l’inizio del prossimo campionato. Premiare Kalac? Significherebbe bocciare Dida e poi i dualismi, specialmente al Milan, non sono stati mai vissuti in maniera positiva, mi ricordo i tempi di Galli“. Peruzzi commenta il mancato terzo tempo di Napoli al termine della partita con la Lazio. “Era prevedibile che finissse cosi’. Se uno non si sente di dare la mano all’avversario perche’ bisogna farlo per forza. Cosa si risolve se lo si fa contro la propria volonta’? Che benefici puo’ dare? Io ho sempre salutato l’avversario, ma certa gente non vuole“.
AGI
Fonte: Piazza della Libertà