Promette rinforzi a gennaio, va dritto per la propria strada su nuovo stadio e tetto salariale, mantiene le distanze da Cragnotti e dai ”contestatori di professione manovrati da chi vuole costringermi a vendere”. Vorrebbe che lo sport, ”quello vero, di Abebe Bikila che vinse la maratona olimpica di Roma correndo a piedi scalzi”, diventasse punto di riferimento per i giovani di oggi privi di valori, ”che non vedono mai i genitori sempre al lavoro e non hanno piu’ punti di riferimento come la famiglia, la scuola, e gli oratori ma solo la logica del branco”.
E’ un Claudio Lotito a 360 gradi quello che in un’ intervista all’Ansa, a fine anno, fa un bilancio della sua esperienza di presidente e azionista di maggioranza della Lazio, ruoli che intende continuare a ricoprire nonostante le contestazioni. ”Chi me l’ha fatto fare di prendere la Lazio? – dice Lotito – Nessuno. Pero’ non pensavo di dover affrontare, oltre gli impegni di gestione di una societa’ tecnicamente fallita, anche problemi non preventivati, come l’ostilita’ di certe persone dovuta al fatto che per loro venivano meno dei vantaggi. Non credevo di dover girare con la scorta, e che avrei avuto questi problemi esistenti solo a Roma, con tante radio e tv locali che fanno disinformazione o informazione a senso unico”.
Lotito ha la certezza di aver sempre parlato chiaro, e di aver detto che le vittorie dell’era Cragnotti (”che mi hanno lasciato 550 milioni di euro di debiti”) possono essere ripetute nel rispetto delle norme che regolano una gestione sana e trasparente di una societa’ quotata in borsa, eppure viene messo in discussione da chi rimpiange le glorie del passato. ”Ho spiegato che la nostra attuale dimensione e’ tra le prime sei del campionato – spiega il presidente – invece l’anno scorso siamo arrivati terzi e mi hanno pure contestato: si tratta di gente che vorrebbe mantenere dei privilegi. Stanno tentando di costringermi a vendere”.
Tra i possibili compratori c’e’ la famiglia Tulli?
”La Lazio non e’ in vendita, ma pensino alla Cisco e ai loro risultati a tutti noti”.
Lotito continuera’ a stare nel mondo del calcio, con un ruolo importante anche in Lega:
”Sono convinto che questo sistema sia da cambiare: lo vuole anche la gente. I tifosi che mi contestano sono pochi,e strumentalizzati. Molte persone non vanno piu’ allo stadio perche’ si sono stancati di sentire ‘Lotito pezzo di m…’. Uno durante la partita, specie se ci va con i figli, non vuole sempre sentire ululati e cori d’insulti”.
Intanto e’ in arrivo gennaio, e quindi anche la ‘finestra di mercato’ da cui si attendono rinforzi, come minimo un portiere.
”Di portieri ne ho gia’ presi tre… – puntualizza – comunque faremo tutto cio’ che e’ necessario per migliorare la squadra dal punto di vista tecnico. Ma la prima cosa e’ che la Lazio riacquisti coscienza dei propri mezzi: la scorsa estate non e’ stata indebolita, e non e’ vero che non ha un organico all’ altezza, visto che ci sono 28 giocatori. Certo questa sequenza d’infortuni non era stata prevista’‘.
Sulla questione dello stadio il presidente appare molto deciso:
”Parlo sul serio quando dico che ne faccio uno nuovo – sottolinea -. Se mi danno uno spazio a Roma bene, altrimenti saro’ costretto a farlo fuori. Il Flaminio era un’ipotesi irrealizzabile, ormai e’ del rugby e poi per noi era inadeguato perche’ non ci si possono fare i lavori per costruire strutture che ci possano consentire dei ricavi. Uno stadio, come ho sempre detto, deve vivere sette giorni la settimana e 365 giorni l’anno, e non solo quello della partita. Conta l’indotto, la possibilita’ di avere una struttura dove poter andare tutta la settimana, per questo il nuovo impianto deve essere decentrato ma facilmente raggiungibile su rotaia e su gomma”.
Lotito continuera’ a fare a modo suo anche sugli ingaggi, perseguendo l’obiettivo del risanamento societario, gia’ raggiunto a parte i debiti rateizzati con il fisco.
Ma come fara’, allora, a trattenere gente come Rocchi, visto che alla Lazio c’e’ un tetto salariale di 500mila euro netti all’anno?
”Sono obbligato a rispettarlo – spiega Lotito – perche’ ho fatto una transazione con il fisco e non posso farlo saltare. A Rocchi e agli altri posso pero’ dare dei premi personali in base al rendimento e al piazzamento della squadra”.
C’e’ poi una considerazione su Calciopoli 2, ed il fatto che molti abbiano continuato a rivolgersi a Luciano Moggi.
”Io sono autonomo – dice Lotito – non dipendo da nessuno, non ho avuto rapporti con gente che potesse alterare il sistema. Le regole si rispettano; quando mi sono ritenuto danneggiato mi sono rivolto a interlocutori istituzionali, come il presidente federale”.
E cosa pensa del deferimento di Delio Rossi per quella telefonata con lo stesso Lotito prima di un Lazio-Lecce?
”Le sue parole – risponde – non erano certo volte ad alterare il risultato di quella partita. A proposito di Rossi, ne approfitto per ricordare che ha un altro anno di contratto con noi, e gli ho anche proposto di allungare l’accordo”.
A Madrid, a vedere la Lazio contro il Real c’era anche Sergio Cragnotti, che poi si e’ proposto per un’eventuale collaborazione: perche’ Lotito gli ha risposto cosi’ duramente?
”Nessun problema per il fatto che lui sia andato a Madrid. Almeno finora, Cragnotti e’ una persona libera e puo’ fare cio’ che vuole. Ma la sua collaborazione non e’ possibile, perche’ a causa sua sto ancora pagando un’altra squadra, oltre a quella attuale, ovvero gente come Dino Baggio, Pancaro, Negro, Peruzzi, Liverani, Giannichedda, Matzuzi, ed altri costi riferiti a Nedved e Mendieta. Quindi, pur ringraziando Cragnotti, la sua presenza non e’ compatibile con la mia gestione ispirata a criteri e comportamenti diversi”.
Come dire che in casa Lazio non c’e’ spazio per il passato che ritorna.
di Alessandro Castellani
ANSA