Centosei anni di storia e tradizioni, di successi, medaglie e campioni, di orgoglio ed emozioni. Centosei anni sono passati da quando, nella lontana sera del 9 gennaio del 1900, su una panchina di Piazza della Libertà, a due passi dal “biondo” Tevere, il romano Luigi Bigiarelli, sottoufficiale dei bersaglieri in congedo, per poter partecipare il 21 aprile dello stesso anno al giro di Castel Giubileo (gara podistica a cui potevano iscriversi soltanto atleti tesserati a società) ebbe una geniale idea: costituire la “Società Podistica Lazio”. Fu proprio in quella sera d’inverno che si decise di chiamarla “Lazio” e non “Roma”, per non confonderla con la già esistente “Ginnastica Roma”. ”Roma non si può chiamare, perché c’è già la Ginnastica, diamogli un nome più grande, in cui Roma è compresa: Lazio”.
E come narra la storia, con queste parole pronunciate dal fondatore e accolte con entusiasmo dal fratello Giacomo e dagli altri suoi sette inseparabili amici (Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Alceste Grifoni, Giulio Lefevre, Galileo Massa, Alberto Mesones ed Enrico Venier) vide la luce quella che nel 1925 avrebbe poi assunto la denominazione di Società Sportiva Lazio. La neo società si sarebbe occupata di rendere organica l’attività sportiva, sottolineandone il valore educativo e sociale. I suoi colori sarebbero stati quelli della bandiera greca, ossia il bianco ed il celeste, scelti per esaltare quello spirito olimpico rinnovatosi pochi anni prima, nel 1896, grazie a Pierre de Coubertin. Per il motto fu scelto “Concordia parve res crescunt” ed il simbolo, legato alla storia dell’antica potenza romana, sarebbe stato uno scudo a bande verticali bianche e celesti, sormontato da un’aquila con le ali spiegate. Il 2 giugno 1921, con Regio Decreto n. 907, la Lazio venne riconosciuta Ente Morale per meriti sociali, culturali e sportivi ed il sogno divenne realtà.
L’Associazione “Società Sportiva Lazio”, insignita nel 1967 della Stella d’Oro al merito sportivo e nel 2002 della più alta onorificenza del Coni, ossia il Collare d’Oro al merito sportivo, nel corso del suo cammino ha fondato, coltivato e sviluppato numerose discipline sportive che, riunitesi in singoli sodalizi, hanno il diritto e il dovere di adottare il nome Lazio nelle loro denominazioni sociali e sportive, pur rimanendo organi autonomi e indipendenti. Sodalizi che, a distanza di oltre un secolo, sono diventati trentaquattro (il football americano ed il motociclismo sono state le ultime affiliate) e che oggi come da tradizione celebreranno il 106° compleanno all’insegna del rigore e della semplicità. Una delegazione formata da rappresentanti del comitato di presidenza e presidenti delle 34 società si ritroverà al cimitero monumentale del Verano per rendere omaggio alla tomba del presidente Renzo Nostini, scomparso di recente. Poi la stessa delegazione si recherà a Piazza della Libertà, dove verrà collocato un mazzo di fiori sotto la lapide che ricorda la fondazione. I dirigenti si ritroveranno in serata al Canottieri Lazio, per un brindisi in forma strettamente privata.
di a.t.m./Infopress del Corriere dello Sport del 9 gennaio 2006