Irriducibili, magistrati indagati a Perugia

Primi avvisi di garanzia in arrivo da Perugia per le presunte interferenze nell´inchiesta romana sugli Irriducibili accusati di estorsione nei confronti del presidente della Lazio, Claudio Lotito. Il fascicolo aperto lo scorso settembre dai pm umbri Sergio Sottani e Nicola Pace non è più relativo ad «atti che non costituiscono reato» e «contro ignoti». Da alcuni giorni sul registro degli indagati sono finiti tre nominativi eccellenti: tra questi anche quelli di alcuni magistrati romani e un procuratore aggiunto che potrebbero essere ascoltati per chiarire i loro rapporti con il patron del club biancoceleste. L´iscrizione sarebbe un atto dovuto a tutela degli indagati – viene precisato negli ambienti giudiziari – per consentire l´accertamento dei fatti contestati nel rispetto pieno delle garanzie difensive. Episodi di cui non è affatto certa l´eventuale rilevanza penale.
L´inchiesta della Procura di Perugia nasce da alcuni esposti presentati da due leader storici degli ultras laziali, Paolo Arcivieri e Fabrizio Toffolo, sotto processo nella capitale per la scalata alla Lazio con Giorgio Chinaglia. A dare avvio all´indagine furono le oscillazioni delle azioni della Lazio nei primi mesi del 2006, ovvero nel periodo in cui Chinaglia indicò un gruppo industriale ungherese come possibile acquirente della società laziale. Agli Irriducibili, in particolare, viene attribuita l´iniziativa di aver rivolto minacce, anche di morte, nei confronti di Lotito e dei suoi familiari (tali che fu costretto a essere messo sotto la tutela di una scorta) per indurlo a cedere il club biancoleste.
Ma nel capoluogo umbro i due capi degli Irriducibili (assistiti dagli avvocati Marco Marronaro e Domenico Mariani) compaiono non come indagati ma nell´insolita veste di «parti offese». I pm perugini, competenti per eventuali reati commessi da magistrati romani, dovranno stabilire se siano stati commessi abusi, interferenze o rivelazioni di notizie coperte dal segreto istruttorio durante l´indagine sollecitata dal presidente Lotito contro gli ultrà laziali. Già lo scorso ottobre Lotito è stato ascoltato nella veste di persona informata sui fatti dai pm Sottani e Pace che hanno voluto approfondire i rapporti con alcuni magistrati capitolini a margine dell´inchiesta sulla scalata alla Lazio. Agli atti ci sono anche molte telefonate tra il presidente biancoceleste ed esponenti istituzionali e alte cariche del Viminale. Un canale attivato dal presidente della Lazio per chiedere protezione e l´apertura dell´inchiesta contro gli ultrà biancocelesti allora alleati di Chinaglia nella tentata acquisizione della Lazio. Tra le telefonate all´attenzione dei pm di Perugia sono finite anche le conversazioni tra Lotito e Nicola Cavaliere, l´ex prefetto Achille Serra, l´ex numero due del Viminale, Giuseppe Pecoraro e l´allora ministro dell´Interno, Giuseppe Pisanu.

MARINO BISSO
La Repubblica – Ed. Roma

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