Dal “Corriere dello Sport” di oggi
TORINO – Ridda di dichiarazioni e comunicati contrastanti il giorno dopo la sentenza della Cassazione (che ha annullato il verdetto assolutorio di secondo grado, ma ha anche stabilito che gli eventuali reati a carico di Giraudo e Agricola sono ormai prescritti). Il procuratore torinese Raffaele Guariniello, ad esempio, ha dichiarato in mattinata all’Ansa: «È stata una grande vittoria. La nostra impostazione è stata confermata e convalidata dalla Suprema Corte: i fatti contestati erano da considerare reato e sono stati commessi». Quanto all’inammissibilità del ricorso sull’uso dell’Epo, Guariniello rileva che la Cassazione ha stabilito di non potersi pronunciare.
In serata c’è stato un duro comunicato della Juventus: «Le notizie di stampa sull’esito della sentenza del giudizio di Cassazione le quali riferivano che il dottor Agricola, il dottor Giraudo e la Juventus sarebbero stati “salvati dalla prescrizione” devono essere corrette, anche ai sensi della legge sulla stampa». La società bianconera precisa poi che «il ricorso del procuratore generale sulla parte principale del processo e cioè la ipotizzata somministrazione di Epo ai calciatori della Juventus è stato dichiarato inammissibile ed è pertanto divenuta definitiva la sentenza assolutoria degli imputati Agricola e Giraudo con la più ampia delle formule, perchè il fatto non sussiste. Quanto alla restante parte del processo e cioè la somministrazione di farmaci leciti, la Cassazione non è entrata nel merito del ricorso in quanto il reato era prescritto. Lo spirare della prescrizione non è dovuto certo alla difesa che in otto anni e quattro mesi di processo ha chiesto solo un rinvio di 32 giorni per malattia del dottor Agricola».
Il quale Agricola, dal canto suo, ha ribadito che «giusto o sbagliato che fosse l’uso dei farmaci, era una prassi comune a tutte le squadre di calcio. Quello che più ci interessa è che sia stato detto chiaro e tondo che l’epo non c’entrava nulla con la Juventus. Per il resto, continuo a ritenere che ci sia stato un accanimento particolare nei confronti della Juventus: ho anche patito conseguenze personali, ma oggi sono un uomo sereno. Piuttosto ho il timore che all’estero esistano zone grigie nel modo di trattare lo sport: altro non aggiungo».
Considerato che il procedimento si è ormai concluso, la parola fine (anche alle interpretazioni) potrà essere data solo dalla lettura delle motivazioni (previste entro un mese) della Cassazione.