CHAMPAGNE E FUOCHI D’ARTIFICIO A PIAZZA DELLA LIBERTA’

Hanno sfidato il freddo polare pur di brindare al compleanno della loro amata Lazio. Domenica notte, dopo la partita vinta contro l’Ascoli, i tifosi biancocelesti si sono dati appuntamento a Piazza della Libertà per festeggiare la nascita del club. Hanno raggiunto ponte Margherita a ridosso della mezzanotte per soffiare sulle 106 candeline e far saltare i tappi delle bottiglie di champagne. Il cielo di Roma, illuminato dai fuochi d’artificio, ha fatto da cornice ad un’altra grande serata carica di lazialità. Bandiere, sciarpe e vessilli al vento per ostentare, fieri, la loro fede secolare: in questo modo, quasi un migliaio di sostenitori laziali, ha festeggiato l’anniversario della nascita della loro squadra del cuore.
Centosei anni a tinte biancocelesti che i tifosi hanno voluto rivivere tra un racconto ed un altro. Tante generazioni a confronto, un unico popolo: giovani, padri di famiglia, adolescenti, anziani, pronti a testimoniare la loro inossidabile fede con qualche storia di Lazio. C’era, e non poteva mancare, Vincenzo D’Amico, golden boy del primo scudetto e capitano all’inizio degli Anni Ottanta. Ma in Piazza della Libertà, nel cuore della gente, c’erano anche tutti gli altri protagonisti di oltre un secolo di storia calcistica della Capitale. Nei racconti dei tifosi, sotto la targa celebrativa posta sulla casina al centro della Piazza, si sono incontrati tutti i laziali, di ieri e di oggi: c’erano Maestrelli accanto a Delio Rossi, pronto a complimentarsi con lui per l’andamento della squadra, e Cecco che dava consigli Behrami.
E poi Piola, pronto a scherzare con Chinaglia. E papà Lendini che ha avuto la pretesa di tirare il solito, scaramantico, rigore a Pulici. Poco più in là, Giuliano Fiorini: il solito andamento dinoccolante per scambiare amabilmente quattro chiacchiere con Di Canio e Nostini. C’erano anche Simeone e Veron, in smoking come a Montecarlo. E Nesta, e Lovati insieme a Boksic Giordano e Crespo. E tutti hanno fatto tintinnare i bicchieri, brindando a un unico ideale di nome Lazio.
La realtà s’intreccia con i sogni nella notte stellata, mentre partono i brindisi ad personam. In alto i calici per Mudingayi, protagonista di giornata, poi per tutti gli altri: da Peruzzi a Rocchi passando per Oddo e Liverani. Il gelo è pungente, ma la voglia di Lazio è ben più forte. Tanti volti infreddoliti, facce da laziali, incrociate per caso nelle trasferte europee oppure in qualche marcia della disperazione. Tanti capannelli di persone e nel mezzo una storia speciale: 106 anni da accarezzare e custodire, un patrimonio infinito.

di Simone Pieretti dal Corriere dello Sport del 10 gennaio 2006

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