Non è voluto mancare quasi nessuno all’ultimo saluto al Capitano del primo scudetto della Lazio. Puntuale alle 11, quando già il sagrato davanti la Basilica del Cristo Re a Viale Mazzini si era riempito, il feretro ha varcato la soglia della chiesa che pian piano si riempiva. Ad ascoltare la funzione celebrata da Don Vittorio Trani – cappellano storico della Lazio, nonché dal 1978 confessore del carcere di Regina Coeli – alcuni ex compagni di squadra come il fratello di sempre Giancarlo Oddi, Bruno Giordano, Michelangelo Sulfaro, Renzo Garlaschelli – arrivato apposta da Vidigulfo, provincia di Pavia – oltre ad altri ex biancocelesti come Massimo Piscedda, Ernesto Calisti, Angelo Gregucci, Carlo Perrone, Renato Miele, Lorenzo Marronaro e tanti altri. Immancabile ovviamente Massimo Maestrelli, autore di una bella lettera a cuore aperto che ha commosso i presenti, ribadendo come quella che il 1 maggio 1974 fece volare la Capitale biancoceleste sia rimasta una famiglia anche una volta terminata la favola, non sempre a lieto fine considerando i tanti lutti che hanno colpito quel sodalizio apparentemente invincibile; presente anche un emozionato Gabriele Pulici, figlio di Felice. Oltre alla nutrita rappresentanza della S.S.Lazio Generale 1900, alla cui testa c’era il presidente Antonio Buccioni, per la Lazio calcio presenti: il direttore sportivo Igli Tare; il segretario generale, Armando Calveri, il team manager Stefan Derkum; il decano Maurizio Manzini; il responsabile medico, Ivo Pulcini; l’allenatore della Primavera Alessandro Calori; il Responsabile della Comunicazione e Portavoce del Presidente Claudio Lotito, Roberto Rao; l’area marketing rappresentata da Laura Zaccheo e Marco Canigiani; infine i tre giocatori: Ciro Immobile, Danilo Cataldi e Manuel Lazzari. Toccanti le parole spese dal capitano che lunedì contro il Venezia, come Wilson, indosserà una fascia rossa: “Mi fa piacere, sono contento che la Lega abbia accettato la proposta della Lazio e ne vado orgoglioso. Pino è la storia della Lazio, storia della società di cui facciamo parte. Un grande capitano della squadra campione d’Italia. La sua scomparsa così all’improvviso è un grande dolore, ci ha lasciato tutti molto tristi. A lui abbiamo dedicato la vittoria a Cagliari anche se è avvenuta prima, vediamo di regalargli alla famiglia quella con il Venezia e di fare qualcosa per lui. Lazio del 1974? Noi prendiamo sempre dalla storia che ci insegna molte cose. Pino ci ha insegnato a lottare, a vincere, cerchiamo sempre di prendere dai migliori e lui era uno di quelli”. Un mare d’affetto ha stretto la compagna Daniela, i figli Gilda e James, la prima visibilmente commossa quando a fine celebrazione ha letto l’ultimo saluto al papà. Con Pino Wilson se ne va lo scudo della magia più incredibile del calcio capitolino, uno scudetto sfuggito 12 mesi prima da neopromossa si concretizzò in una giornata pieno di sole, ovunque biancoceleste con un lampo rosso che spiccava: quella della fascia del numero 4.
Addio Pino, Nostro Capitano Per Sempre.