LAZIO: Peruzzi 6 (46^ Ballotta 6), Behrami 6,5 (81^ Belleri), Siviglia 6, Cribari 6,5, Zauri 6, Mudingayi 6, Ledesma 6, Mutarelli 6, Pandev 6 (88^ Foggia), Rocchi 6. A disposizione: Bonetto, Manfredini, Firmani, Makinwa. All. Rossi 6.
MILAN: Dida; Cafu, Bonera, Maldini, Jankulovski; Gattuso, Pirlo, Brocchi (82^ Ambrosini); Seedorf, Kakà; Gilardino (79^ Inzaghi). A disposizione: Storari, Simic, Costacurta, Gourcuff, Oliveira. All. Ancelotti
Arbitro: Saccani
Recupero: 0’ nel primo tempo; 3’ nel secondo tempo.
Angoli 4-4
Ammoniti: Bonera e Zauri.
Spettatori: circa 30.000
Altra partita mediocre della Lazio. Dopo la deludente prova contro il Siena di domenica scorsa, la Lazio gioca un’altra partita non esaltante. Aveva di fronte il Milan, squadra con chiare difficoltà anche se con un tasso tecnico superiore a quello della Lazio. La partita è stata molto tattica, con pochissime emozioni. Il Milan ha fatto un po’ più della Lazio a livello di gioco, ma è stata la Lazio l’unica ad avere delle vere palle gol e Dida ha effettuato due ottime parate; solo ordinaria amministrazione per Peruzzi (non rientrato nel secondo tempo per un attacco di dissenteria) e Ballotta.
Anche questa volta la Lazio ha accusato un calo atletico nella parte finale della gara, a cui Rossi non ha potuto rimediare al meglio visto che è stato costretto ad effettuare due sostituzioni per problemi fisici (Peruzzi e Behrami) e non ha potuto immettere forze fresche.
Pubblico scarso, come ormai di regola; curva poco partecipe, che i giocatori hanno comunque voluto ringraziare al termine della partita (un tentativo di tenere almeno la squadra vicino ai tifosi). Non è mancato da parte della curva il ricordo di Luciano Re Cecconi, di cui è appena trascorso l’anniversario della morte.
Va ancora segnalato il fastidio per lo spettatore rappresentato dalle sempre più numerose pubblicità luminose cangianti a bordo campo che impediscono una chiara visione dell’azione di gioco. Inaugurato ieri sera anche il nuovo sistema di misurazione della velocità dei tiri scagliati verso le porte.
p.l.