Lazio-Dinamo – Il nostro commento alla partita di Paolo Lenzi

E’ stata decisamente una partita in cui la sfortuna ha avuto la sua parte, ma la Lazio ci ha sicuramente messo del suo.
La sfortuna si è presentata soprattutto sotto forma di tre infortuni importanti (Cribari, Stendardo e Mauri) che hanno privato la squadra della possibilità di innesti tecnici da parte dell’allenatore, ma soprattutto hanno portato, con l’infortunio di Cribari e la sua non immediata sostituzione (ma perché la panchina ci ha messo tanto a fare entrare Kolarov?) ad una difficile situazione di difesa in cui Mutarelli è dovuto andare a contrastare di testa Danciulescu al quale è riuscito un colpo di testa imprendibile all’incrocio dei pali e quindi il gol che ha reso difficile per la Lazio una partita di per sé già abbastanza complicata. Le assenze di Siviglia e di Diakitè, assieme agli infortuni di Cribari e Stendardo, hanno poi costretto la Lazio a giocare con una difesa assolutamente inedita, che di fatto schierava quattro terzini!
Ma la Lazio nel complesso non è stata quella brillante dell’anno scorso, né quella di alcune pregevoli amichevoli di inizio stagione. Rocchi è stato l’ombra di se stesso (per non parlare del calcio di rigore sbagliato), Pandev ha fatto molto poco, Mauri non è riuscito a fare il Mauri. E Behrami ha fatto un intervento che non può giustificarsi in alcun modo e che ha provocato una sacrosanta espulsione, lasciando la squadra in dieci in un momento molto delicato della partita, quando la stanchezza cominciava a farsi sentire. Aggiungiamo un eccesso di proteste che hanno portato all’ammonizione di Mutarelli (la prima ammonizione, cui poi ha fatto seguito una seconda ammonizione per gioco falloso e la conseguente espulsione) e di Pandev.
Però ci sono state anche note positive. Intanto il fatto che, nonostante le tante disavventure sotto forma di infortuni, espulsioni, rigore sbagliato, grandi parate del portiere avversario, la squadra ha cercato la vittoria per quasi tutta la partita (anche quando aveva prima uno e poi due uomini in meno), come testimoniano i 19 tiri in porta (di cui 12 nello specchio) contro i 4 dei rumeni e il possesso palla del 55%. Poi la bella prova di Kolarov e di De Silvestri; con loro due si sono viste alcune discese che hanno portato la Lazio al gol (cross di De Silvestri per Mutarelli) e a diverse occasioni da gol.
E ricordiamo anche la notevole e attiva partecipazione del pubblico; quasi quarantamila persone la vigilia di Ferragosto testimoniano che la Lazio ha ancora i suoi tifosi che le vogliono bene e che le stanno vicino nei momenti che contano; certo sarebbe bene che questa partecipazione ci fosse per tutte le partite; l’Olimpico semivuoto mette tristezza. Quindi, tifosi, prendiamo spunto da questa partita per tornare numerosi allo stadio; la partita dal vivo è tutta un’altra cosa rispetto alla televisione e la Lazio ha bisogno dei suoi tifosi. E vogliamo sottolineare anche che, i soliti immancabili (per fortuna questa volta poco numerosi) “buu” di una minoranza stupida, sono stati coperti dai fischi della maggioranza dei tifosi “sani”.
Due parole sull’arbitro. Ha consentito un gioco piuttosto deciso ma non è stato equo nell’uso dei cartellini: avrebbe meritato il rosso sia Stefan (che invece non è stato neppure ammonito), per l’intervento di mano in area che ha portato al rigore per la Lazio, poi sbagliato da Rocchi, data la sua chiara volontarietà che ha impedito a Stendardo di battere a rete a botta sicura, sia il giocatore che è intervenuto sulla caviglia di Mauri, costringendolo ad uscire (questo intervento non era molto diverso da quello di Behrami). Il calcio di rigore andava ripetuto perché, al momento del tiro di Rocchi, c’erano almeno tre giocatori della Dinamo in area. E poteva esserci nel finale un secondo rigore per un intervento in area su Rocchi.
In conclusione, possiamo dire che la Lazio avrebbe certamente meritato la vittoria e sarebbe stato davvero bello vincere contro tutto e contro tutti al termine di una partita come quella di ieri; ma la Lazio non ci è riuscita. Ed allora occhi puntati su Bucarest tra quindici giorni per una impegnativa partita di ritorno.

Paolo Lenzi

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