Il blocco del mercato per un indice di liquidità (IDL) troppo basso, in questo caso inferiore a 0,6, è un fulmine a ciel sereno o la società ne è al corrente in tempi utili? La risposta è La seconda: se un club volesse correre ai ripari per migliorare il rapporto attività correnti/passività correnti, avrebbe tutto il tempo per farlo. Come già spiegato dal nostro editore, il dottore commercialista Paolo Lenzi, la Co.Vi.So.C. comunica l’eventuale sforamento dell’IDL dopo il suo esame che viene effettuato in due date precise: al 31 marzo o al 30 settembre.
Il blocco del mercato viene notificato il 31 marzo e il 30 settembre
In questi frangenti viene quindi notificato alle società l’eventuale blocco della campagna acquisti per la prossima finestra di mercato. Quindi, la Società ne è informata ben prima dell’apertura del mercato estivo o invernale e, se vuole, può agire tempestivamente, preparando le cessioni per migliorare l’indice, perché cedendo entrano soldi, aumenta il numeratore e al contempo, decresce il denominatore, perché cedendo un giocatore dal conteggio delle passività si eliminano i costi degli stipendi ancora da saldare per la durata del contratto in essere; laddove invece, per difficoltà o insipienza, non si riuscisse a cedere nessuno – come sta accadendo alla Lazio che ha venduto pezzi in prestito per un risparmio risibile che di fatto ha lasciato intatto l’IDL – ci sarebbe il tempo necessario per imbastire e quindi effettuare un versamento di mezzi propri. Nihil difficile volenti, direbbero i Padri Latini.